venerdì 9 maggio 2008

Chi è un turista? Chi è un viaggiatore?


......questa è la suggestione di oggi.....un turista può essere colui/lei che rimane in giro per un , in un luogo, sapendo poi di ritornare in un altro. Come vive questo luogo, sapendo che nn è per sempre? E un viaggiatore, è diverso? Sono stata da poco a Palermo. ...città struggente, come l'ha definita qualcuno "una sorta di Beirut". Ascoltandomi ora, mi sono sentita più viaggiatrice, ossia in un percorso di scoperta di luoghi, di me in quel luogo e della persona che era con me là. Sono partita con l'animo di tornare indietro trasformata, con qualcosa in più. Sono andata in cerca più delle persone di Palermo che dei luoghi fisici....e le ho trovate! Ho sempre la sensazione -e la riprova- che l'animo ci guida nelle esperienze che stiamo cercando: se desidero vedere solo monumenti e musei sicuramente questi saranno aperti e tutto andrà liscio, se invece scelgo di sentire carnalmente un luogo, incontrerò situazioni diverse. Se vi capita di andare a Palermo, aprite le narici, l'appetito e il cuore benevolente....e soprattutto passate da Rocky Basile -il re della Vucciria
W o 'sud e pure i polentoni (....per par condicio!) bacetti ca meusa

1 commenti:

Unknown ha detto...

Cara Barbara, è proprio così, a Palermo dimenticati delle guide turistiche e lasciati trasportare dall’istinto, dalle emozioni. Lascia che siano i tuoi sensi a scegliere per te, lasciali liberi di respirare l’aria, di annusarla, di coglierne l’essenza. L’olfatto sarà la tua prima guida, ti accompagnerà lungo i mercati del Capo, della Vucciria, di Ballarò, luoghi dove il profumo della terra e delle verdure si confonde con l’odore del mare e del pesce a sua volta inscindibilmente mescolato con la fragranza delle spezie. L’olfatto ti condurrà in vicoli stretti e polverosi, dove la decadenza lascia intravedere i fasti del passato e lì ti farà conoscere persone che combattono giorno dopo giorno per costruire i fasti del futuro. La vista ti farà apprezzare il contrasto, la magnificenza delle chiese, l’opulenza dei palazzi normanni, la fatiscenza delle case. Vedrai gli infiniti colori della città, le tinte forti dei mercati che si stemperano tuffandosi in mare. Toccherai con mano l’infinito calore della città, resterai colpita dal senso di ospitalità e di rispetto, valori dimenticati in altri luoghi oramai privi di identità. Ascolta le voci ed i suoni, sentirai le urla dei mercati e quelle della rassegnazione, le voci della fierezza e della speranza, i sussurri delle preghiere e del silenzio. E, infine, gusta. Gusta tutto ciò che l’olfatto, la vista, il tatto e l’udito hanno portato al tuo cuore, gusta tutto ciò che camerieri improvvisati serviranno al tuo tavolo. È proprio così cara Barbara, non esiste altro modo di scoprire Palermo. A me piace pensare che debba essere sempre così, non turisti con tappe programmate e guide preconfezionate ma viaggiatori senza mete se non quelle suggerite dalle emozioni. Viaggiatori nei luoghi. E nella vita.